Qualcosa non aveva funzionato a
dovere, ed invece di scomparire del tutto era rimasta una
nuvoletta, un agglomerato di goccioline finissime, ognuna con
all'interno qualche atomo del ragazzo. Impossibile tornare
indietro, glielo avevano detto: una volta invisibile, tale
sarebbe rimasto. Gia', ma avrebbe conservato la sua geometria di
ventenne atletico, le proporzioni ed i colori, anche se solo lui
avrebbe potuto vedersi. Invece cosi', che pasticcio!
"Beh, - si disse - non mi vedranno lo stesso. Mi sono
stufato di essere sempre e soltanto un bel ragazzo, ora
finalmente la gente mi apprezzera' per la mia gentilezza, non per
il fisico".
Non aveva sufficienti conoscenze rispetto al tema del
comportamento dei gas.
Doveva comunque tentare, non importava quello che sarebbe
successo,ora la prima cosa da fare era sperimentare il nuovo
..look!
Lasciò la stanza dove aveva bevuto quell' intruglio e sparì
dietro la porta.
Riapparve sulla soglia del portone che conduceva nella piazza
antistante.
E' proprio il caso di dire "sparì e riapparve" perchè
quella nuvoletta sembrava aleggiare leggera nell'aria sospinta da
ogni alitare di essere umano.
Si trovò in mezzo alla gente che camminava frettolosa sul
marciapiede e sembrava che nessuno si accorgesse di lui.
Ma un passante, che probabilmente quella mattina si era svegliato
non molto di buonumore, notò, svoltando l'angolo, quella strana
nebbiolina. In condizioni normali non ci avrebbe fatto
assolutamente caso, ma, teso com'era, anche il minimo ostacolo
sulla sua solita strada gli sembrava un muro di cemento contro
cui s'infrangeva il suo cammino. Forse era colpa di Marianna,
quell'assurda zotica ragazza che lo aveva lasciato senza parole e
senza compagnia la sera prima, sbattendogli il ricevitore sul
muso. Cos'era adesso questa roba? Pioggerella? Impossibile, c'era
il sole e nemmeno una nuvola. Smog? Be', no, questo era qualcosa
di piu' leggero, quasi inavvertibile....A passi decisi ci si infilò in mezzo,
decidendo
che doveva essere una combinazione tra il suo umor nero e le birre di
troppo della sera prima e... il povero ragazzo si ritrovò diviso in
tante
particelle, alcune delle quali respirate dall'uomo che gli era passato
attraverso. Era ignorante in materia di comportamento dei gas, è vero,
ma
sapeva che un gas, bene o male, tende ad espandersi in tutte le
direzioni.
Aveva riflettuto su questo e si chiedeva come mai, allora, non si
fosse
già disintegrato. Il passaggio dell'uomo non aveva sortito alcun
effetto,
tanto meno il fatto che avesse respirato alcune particelle del suo
essere.
Non capiva cosa fosse successo, ma sapeva che era ancora vivo, vegeto
e
intatto (sempre che si possa utilizzare un termine del genere per una
sostanza gassosa). L'uomo, in compenso, ci aveva lasciato la pelle.
Era
disteso a terra e, in maniera più che avidente, morto. Più che
semplicemente morto, sembrava prosciugato di qualcosa e non osava
immaginare di cosa.ora era molto preoccupato,e decise di evitare altri
corpi pericolosi,e si diresse verso il caseggiato giallo che poteva
dargli
riparlo o per lo meno poteva evitare altri spiacevoli incontri per
quella
mattina. Da vicino si rese conto che non era una fabbrica abbandonata,
sembrava piu'...
Un ospedale. Non era il posto piu' adatto per lui, dopo la recente
esperienza,
o forse si'. Cerco' di trovare un'entrata secondaria in cui non
rischiasse
di
avvelenare ancora qualcuno ed entro' alla ricerca del laboratorio.
Forse c'era una soluzione al problema...
Iniziò a girovagare per i corridoi, cercando invano cartelli ed
indicazioni, ma senza trovarne. Un paio di volte incontrò delle
infermiere e cercò, come poteva, di scansarsi per farle passare.
Finalmente gli sembrò di trovarsi vicino al laboratorio: vedeva uomini e
donne in camice che portavano avanti e indietro fialette dai tappi di
diversi colori, fogli e schede di vario genere.
Mmm, pensò, qui c'è troppa gente, meglio aspettare che se ne vada
qualcuno. Si infilò nel primo stanzino ed attese...