La
storia di Giulia
Sette del mattino.....driiiiin, dolce, driiiiin, dolce,
Gi...ulia apre gli occhi e sorride: inizia un'altra
giornata, un'altra di quelle stupende giornate che solo
lei sa costruirsi.
Una vasca tiepida e piena di bollicine l'aspetta, una
sbruffata di talco e l'avvolgente accappatoio (grande
invenzione gli ammorbidenti...), ed eccola in cucina. Una
fetta di torta di mele, una buona tazza di caffe' ben
zuccherato, una fresca spremuta d'arancia. Lavatina di
denti, dentifricio anticarie (illusa...).
Abiti comodi, piedi nudi e via, a scuola. Quattro ore di
scambi intellettuali con allievi vispi ed intelligenti,
una sfida all'ultima equazione.
Poi torna a casa, il gatto fra i piedi, quasi quasi lo
schiaccia. Le commissioni del pomeriggio: cotone da
ricamo, l'ultimo libro della Serrano, un paio di
pasticcini. Verso le quattro una voglia improvvisa, un
bisogno immenso di acqua. Gi...ulia chiude ermeticamente
porte e finestre, apre tutti i rubinetti di casa, e a
poco a poco le stanze si trasformano in una immensa
piscina. Quando l'acqua raggiunge il soffitto, Gi...ulia
chiude i rubinetti e , finalmente nel suo ambiente
naturale, si accoccola sul divano e si mette a leggere la
storia di Blanca, colei che aveva perso la facoltà di
comunicare.
Tra una bollicina e l'altra passano le ore, mezzanotte,
ora di andare a dormire, ora di andare a sognare la
prossima stupenda giornata.

Il "Pezzo
di Legno"
E' soltanto un pezzo di legno, un poco
diverso dai comuni pezzi di legno, ma neppure tanto. Lo
puoi vedere di fianco alla strada, all'altezza del terzo
tornante, sulla destra salendo. Ho percorso quella strada
centinaia di volte senza notarlo, forse perche'
passandoci in macchina difficilmente
si fa caso a cio' che sta oltre il ciglio, forse perche'
passandoci a piedi in discesa stavo dall'altra parte ed
in salita avevo ormai, a quel punto, il fiato corto e la
respirazione assorbiva tutta la mia attenzione. O, piu'
facilmente, non lo avevo notato perche' non era ancora
giunto il tempo.
Oggi pomeriggio me ne stavo tranquillamente in casa a
ricamare, ascoltando con orecchio distratto gli scrosci
d'acqua della lavastoviglie, quando mi e' venuta voglia
di uscire, cosi', per bighellonare un po'. E quando si
bighellona, non sono i pensieri che guidano i piedi, ma i
piedi che guidano i pensieri. Arrivata all'altezza del
terzo tornante, i piedi hanno comunicato agli occhi di
comunicare alla mente la presenza del pezzo di legno.
Oblungo, chiaro, con una protuberanza sulla parte
superiore di una delle due estremita', dalla quale ne
proseguiva un'altra, piu' breve. Striature longitudinali,
quasi incavate, con venuzze trasversali. Sembrava una
papera accovacciata, con le zampe nascoste sotto le ali.
Mi sono chinata per osservarlo meglio, ho allungato una
mano in un gesto che stranamente non era fatto per
raccogliere, per impossessarsi, ma per accarezzare.
Desideravo accarezzare la papera di legno...
Ed il pezzo di legno si e' dissolto sotto le mie dita, si
e' trasformato in un antro luminoso attraverso il quale
sono passata, per ritrovarmi in una caverna piena di
colori e di suoni, una vertigine, una spirale di calore,
un vortice di grida e di immagini inquietanti, e poi di
nuovo eccomi accovacciata sul ciglio della strada, con la
mano protesa ad accarezzare un pezzo di legno a forma di
papera...

|
La
"Tastiera"
Accarezza i tasti della tastiera, non
li pigiare con indifferenza, accarezzali. Hanno qualcosa
di tuo, conoscono la tua indifferenza simulata, la tua
finta partecipazione. Guarda, quella Q con la quale
inizia la sfilata: sembra che sorrida, che ti faccia le
smorfie. E cosa dire della A? o della O? stanno li'
davanti ai tuoi occhi, non piu' consonanti e vocali, ma
interlocutori. E' inutile che tu ti nasconda dietro la M,
prima o poi dovrai uscire allo scoperto, incontrare la R
e confrontarti con lei.
Non credere di potertela cavare facilmente, la tastiera
e' esigente: le devi dare affetto, le devi sussurrare
parole dolci, non sopporta gli strilli e le maiuscole.
Certo, e' un po' esigente, ma quanto ti offre! Prova a
sdraiarti di fianco alla Z, lascia che i tuoi sensi siano
ottenebrati dalla F ed abbraccia la D: dimentica tutto il
resto, fai l'amore con la V ed addormentati con un
sorriso....
|